Manovra 2025: guida strategica ai fringe benefits e welfare aziendale per le imprese
Manovra 2025: guida strategica ai fringe benefits e welfare aziendale per le imprese
Con l’approvazione della Legge di Bilancio 2025 il panorama dei fringe benefits e del welfare aziendale in Italia ha subito una significativa trasformazione. Le imprese si trovano ora davanti a nuove e interessanti opportunità per sviluppare politiche di sostegno più mirate ed efficaci per i propri dipendenti.
Un sistema a doppia soglia che premia la genitorialità
La vera novità della manovra 2025 è l’introduzione di un sistema a doppia soglia che permette alle aziende di modulare i benefici in base alla composizione familiare dei dipendenti. Da un lato,
abbiamo una soglia base di 1.000 euro applicabile a tutti i lavoratori; dall’altro, una soglia maggiorata di 2.000 euro destinata ai dipendenti con figli a carico. Questa struttura, che resterà in vigore per tutto il triennio 2025-2027, rappresenta un cambio di paradigma significativo, che riconosce e valorizza le responsabilità familiari dei lavoratori.
“Questa impostazione riflette una maggiore sensibilità verso le esigenze delle famiglie”, commenta Marina Rossi, responsabile HR di una multinazionale italiana. “Ci consente di costruire pacchetti
welfare più personalizzati e realmente rispondenti ai bisogni dei nostri collaboratori”.
Cosa rientra nei benefit? Un ventaglio di possibilità
Il perimetro delle spese che non concorrono alla formazione del reddito da lavoro dipendente è piuttosto ampio e comprende diverse tipologie di interventi. Si va dai tradizionali beni e servizi
erogati direttamente dall’azienda ai rimborsi per le utenze domestiche, dalle spese di locazione della prima casa fino agli interessi sui mutui per l’acquisto dell’abitazione principale.
Questa varietà consente alle imprese di costruire piani di welfare realmente efficaci, in grado di intercettare i bisogni concreti dei lavoratori e delle loro famiglie. Chi ha figli piccoli potrebbe apprezzare maggiormente i servizi legati all’educazione e alla cura, mentre chi sta acquistando casa potrebbe beneficiare del sostegno sugli interessi del mutuo.
Come gestire concretamente i nuovi benefit
L’implementazione di questo nuovo sistema richiede una pianificazione attenta. Per applicare la soglia maggiorata di 2.000 euro, il dipendente dovrà dichiarare formalmente di averne diritto,
fornendo anche i codici fiscali dei figli a carico. Dal canto suo, l’azienda dovrà informare preventivamente le rappresentanze sindacali unitarie, laddove presenti.
“La gestione operativa di questi benefit richiede processi chiari e trasparenti”, spiega Paolo Bianchi, consulente specializzato in politiche retributive. “Le aziende più lungimiranti stanno già
investendo nella digitalizzazione dei processi, creando portali aziendali dedicati al welfare e implementando sistemi di approvazione automatizzata dei rimborsi”.
L’aspetto della tracciabilità è fondamentale: tutti i pagamenti relativi ai rimborsi spese devono essere effettuati con strumenti che ne garantiscano la completa tracciabilità, come versamenti
bancari o postali.
Un’attenzione particolare alle lavoratrici madri
Un capitolo specifico della manovra riguarda le lavoratrici madri, per le quali è previsto un esonero contributivo parziale. Il beneficio è riservato alle madri con due o più figli e ha un’estensione
temporale variabile in base al numero di figli. È importante sottolineare che questo vantaggio è soggetto a un limite di reddito di 40.000 euro annui.
“Questa misura rappresenta un riconoscimento concreto del valore sociale della maternità”, commenta Laura Verdi, presidente di un’associazione che si occupa di genitorialità e lavoro. “Aiuta
le donne a non dover scegliere tra carriera e famiglia, un passo avanti verso una società più equa”.
Novità sui rimborsi per trasferte e missioni
La legge introduce anche significative novità sui rimborsi spese per trasferte e missioni. I rimborsi per vitto, alloggio, viaggio e trasporto mediante autoservizi pubblici non di linea non concorrono
alla formazione del reddito, a condizione che i pagamenti siano effettuati con strumenti tracciabili, come previsto dall’art. 23 del D.Lgs. 241/1997.
Questa modifica semplifica la gestione amministrativa delle trasferte e offre maggiore chiarezza sia alle aziende che ai dipendenti.
Ripensare strategicamente il welfare aziendale
Le novità introdotte dalla Legge di Bilancio 2025 rappresentano un’opportunità per le imprese di ripensare strategicamente il proprio sistema di welfare aziendale. Non si tratta semplicemente di
adeguarsi a nuove norme fiscali, ma di cogliere l’occasione per migliorare l’attrattività dell’azienda sul mercato del lavoro, aumentare la retention dei talenti e rafforzare il proprio brand come
employer of choice.
“Il welfare aziendale non è più un semplice benefit, ma un elemento strategico della politica HR”, sostiene Marco Neri, direttore del personale di un importante gruppo industriale. “Le aziende che sapranno interpretare queste novità in chiave strategica otterranno un vantaggio competitivo significativo nella guerra dei talenti”.
Per avere successo nell’implementazione di queste misure, è essenziale adottare un approccio strutturato e una visione di lungo periodo. La digitalizzazione dei processi e la personalizzazione
delle soluzioni di welfare sono due leve fondamentali su cui investire.
In conclusione, la Manovra 2025 offre alle imprese italiane nuovi strumenti per costruire un welfare aziendale più efficace e rispondente ai bisogni reali dei lavoratori. Le aziende che sapranno
cogliere questa opportunità ne trarranno benefici significativi, non solo in termini di clima aziendale, ma anche di performance e competitività sul mercato.
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