Come accertare la natura subordinata del rapporto di lavoro?

In pratica, il rapporto di lavoro subordinato si caratterizza per la presenza di due elementi fondamentali:

  • L’eterodirezione, che consiste nella possibilità del datore di lavoro di impartire al lavoratore direttive in ordine alla prestazione lavorativa, sia in merito alle modalità di svolgimento che agli obiettivi da raggiungere.
  • La subordinazione economica, che consiste nel fatto che il lavoratore riceve una retribuzione da parte del datore di lavoro, che costituisce la controprestazione per la sua prestazione lavorativa.

In assenza di uno di questi due elementi, il rapporto di lavoro si considera autonomo.

Indici sussidiari

La prova della natura subordinata del rapporto di lavoro può essere fornita dal lavoratore attraverso la produzione di elementi diretti, quali ad esempio un contratto di lavoro subordinato, una lettera di assunzione o un ordine di servizio.

In mancanza di tali elementi, la natura subordinata del rapporto di lavoro può essere desunta da indici sussidiari, quali ad esempio:

  • L’assegnazione di una postazione di lavoro fissa, dotata di strumenti di lavoro forniti dall’azienda.
  • Il versamento di un compenso fisso mensile.
  • La continuità della prestazione.
  • L’assenza del rischio di impresa ed anche di una pur minima organizzazione imprenditoriale in capo al lavoratore.

La sentenza della Cassazione

La sentenza della Cassazione n. 35853 del 22 dicembre 2023 conferma l’orientamento secondo cui la natura subordinata del rapporto di lavoro può essere accertata anche sulla base di indici sussidiari, in mancanza di elementi diretti.

Nel caso di specie, la Corte di Cassazione ha confermato la sentenza di merito che aveva qualificato come subordinato il rapporto di lavoro intercorso tra un lavoratore e una società, sulla base dei seguenti indici sussidiari:

  • L’assegnazione di una postazione di lavoro fissa, dotata di strumenti di lavoro forniti dall’azienda (computer, scrivania, telefono).
  • Il versamento di un compenso fisso mensile.
  • La continuità della prestazione.

La Corte di Cassazione ha ritenuto inammissibili i motivi di ricorso proposti dalla società, in quanto:

  • Il primo motivo censurava la concreta valutazione delle risultanze istruttorie, mentre costituisce accertamento di fatto, come tale incensurabile in sede di legittimità se sorretto da motivazione adeguata ed immune da vizi logici e giuridici.
  • Il secondo motivo investiva la qualificazione giuridica data dalla Corte distrettuale alla interruzione del rapporto di lavoro tra le parti.
  • Il terzo motivo contestava la ricostruzione fattuale in ordine al ruolo del lavoratore, di guida e controllo nell’esecuzione dei progetti da parte del reparto falegnameria.

Conclusioni

La sentenza della Cassazione conferma l’importanza degli indici sussidiari per l’accertamento della natura subordinata del rapporto di lavoro.

In assenza di elementi diretti, la presenza di tali indici può essere sufficiente a far presumere la subordinazione, a carico del datore di lavoro la prova contraria.